LO STUPRO VIRILE
“Se l’è cercata”, “si vestiva come una poco di buono”, “era consenziente”, “è stata lei a provocarmi”
Quando mi capita di ascoltare frasi come queste mi chiedo se siamo rimasti al Medioevo…
Oggi, spesso, sembra passare il messaggio che se una donna è stata vittima di stupro le si possa imputare parte della colpa: sicuramente sarà dipeso dal fatto che si sarà vestita o atteggiata in maniera tale da legittimare l’aggressore ad agire in quella determinata maniera. Lo trovo aberrante: siamo nel XXI secolo e ancora c’è gente che pensa che una donna non sia libera di vestirsi come vuole, che un uomo che le usa violenza abbia in un certo senso delle scusanti…
È concezione comune che l’uomo sia forte, che la sua virilità debba necessariamente manifestarsi nel suo essere insensibile, rozzo, violento.
Nonostante il più delle volte si tenda a negarlo, nella società odierna è ancora fortemente radicato il concetto di “sesso debole” in riferimento alla donna. La verità è che la donna rispetto ai secoli passati ha fatto passi da gigante nell’emancipazione, anche se molti altri bisognerebbe farne (e qui si potrebbe parlare della disparità tra i sessi in ambito lavorativo che, si dica ciò che si dica, permane ancora tra le piaghe sociali che affliggono la nostra società, ma non è questo il momento per dilungarci in questo discorso). Se però la donna si è emancipata, in alcuni uomini, invece, è rimasto l’istinto brutale di rivendicare l’unica cosa nella quale possono prevaricare sulle donne: la forza fisica. Questo genere di uomini con la “u” minuscola, che a mio parere non si potrebbero nemmeno definire tali, vedono la donna come oggetto: oggetto del piacere, strumento per esaltare il proprio sentirsi uomo. E sempre gli stessi si vantano della loro forza bruta :sembra paradossale, ma sono gli stessi uomini che così facendo si paragonano a bestioni ancestrali che ancora non sono in grado di dominare i propri istinti. Credono di vantarsi, invece danno solo conferma del loro essere infimi :non solo non sono in grado di fare uso dei propri freni inibitori, bensì con estrema vigliaccheria violentano chi non è in grado di reagire con la forza dei muscoli. Anche se fossero in grado di reagire, però, non vi sarebbero scusanti verso lo stupro e qualsivoglia genere di violenza.
Spesso questo genere di uomini considerano la LORO DONNA come una LORO PROPRIETÀ; non chiedono, ma pretendono; non si fermano davanti a un “no”: godono colmando la propria inettitudine nella sofferenza di chi ottengono, ma solo fisicamente.
Ottenere l’anima di una donna è ben altro.
Si parla sempre di violenza fisica, ma dovremmo prendere coscienza del fatto che il primo stadio di violenza al quale sono soggette le donne è quello della “violenza verbale”. Ogni giorno, tutti i giorni si sentono frasi offensive, volgari, mortificanti riferite alle donne; questo non solo dovrebbe farci riflettere, ma dovremmo soffermarci ancor di più sul fatto di esserci abituati alla cosa , anzi, riderci sopra il più delle volte. Questo delle offese verbali è il seme della violenza dal quale si sviluppano le cosiddette “violenze domestiche”: la donna dapprima perde d’identità, si annulla, implode in se stessa dando ascolto ai discorsi maschilisti, misogini di chi vive con lei giorno per giorno e la porta a credersi meno di nulla, una nullità nel vero senso del termine; per poi trovarsi fisicamente sopraffatta dallo stesso uomo .
I fatti di cronaca spesso riportano notizie di stupri avvenuti nei vicoli, o in aree poco praticate, ma ancora più raccapriccianti, se possibile, sono quelli che avvengono tutti i giorni nel silenzio :quelli che avvengono all’interno delle mura domestiche, dei quali nessuno parla, o per paura, o per omertà.
E poi si potrebbe stare a parlare di stupri di gruppo, stupri negli ambienti lavorativi, stupri a scuola, fenomeni come il mobbing (molestie in ambito lavorativo), o lo stalking (molestie di carattere persecutorio)..insomma, il progredire nel tempo è direttamente proporzionale alla crescita esponenziale di nuovi termini coniati per le nuove modalità di violenza sulle donne …perché anche gli aggressori devono stare al passo con i tempi…
Davvero paradossale: aumentano le tecniche di autodifesa insegnate nelle palestre, cresce il numero di associazioni per la difesa delle donne…
“viviamo in una società che insegna alle donne a difendersi dallo stupro, invece di insegnare agli uomini a non stuprare le donne” (Anonimo)
…il colmo è che bisognerebbe risolvere a monte il problema rieducando l’uomo non più a fare SESSO con UNA donna ma a fare l’AMORE con LA donna, SE E SOLO SE questa lo vuole.
Naturalmente i veri uomini non sono questi, fortunatamente di Uomini Veri ce ne sono molti, la speranza è di poter dire in futuro che ce ne saranno sempre di più. Abbattere il problema completamente sarebbe un’ utopia, è però dovere di ognuno di noi reagire, non abbassare la testa.
Elisa
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